
Esther Mujawayo and Vandana Shiva during the Save the World Awards 2009 (Zwentendorf Nuclear Power Plant, Lower Austria). (Photo credit: Wikipedia)

Vandana Shiva, Right Livelihood Award 1993, at the Deutscher Evangelischer Kirchentag 2007 in Cologne (Photo credit: Wikipedia)
La fisica e ambientalista indiana Vandana Shiva, ha illustrato la pericolosità dela liberalizzazione e industrializzazione dell’agricoltura ed ha presentato il Manifesto per il futuro delle sementi.
I semi sono molto piccoli, ma rappresentano un elemento chiave per il futuro dell’umanità.
I. Diversità
La diversità è la nostra più grande sicurezza. La diversificazione è stata la strategia di innovazione agricola più diffusa e di successo negli ultimi 10.000 anni. Aumenta la scelta tra diverse opzioni e le probabilità di adattarsi con successo ai cambiamenti ambientali ed ai bisogni umani. Perciò, in contrasto con l’attuale tendenza verso la monocultura e l’erosione genetica, la diversità deve tornare ad essere la strategia di punta per lo sviluppo futuro delle sementi.» (Si parla quindi della diversità di semi, di sistemi agricoli, di culture e di innnovazioni)
II. Libertà delle sementi
«Le sementi sono un dono della natura e delle diverse culture, non un’invenzione industriale. Trasferire questa antica eredità di generazione in generazione è un dovere ed una responsabilità. Le sementi sono una risorsa di proprietà comune, da condividere per il benessere di tutti e da conservare per il benessere delle generazioni future e per questo non possono essere privatizzate o brevettate.»
(Si parla quindi della libertà dei contadini di conservare le sementi, di scambiarle e commerciarle, di sviluppare nuove varietà, di difendersi dalla privatizzazione, dalla biopirateria e dalle contaminazioni genetiche degli OGM).
III. Semi per il futuro
Conservazione e sviluppo delle sementi sulla base delle comunità locali
Inserimento negli ecosistemi locali. «Le sementi devono adattarsi all’ambiente locale, piuttosto che richiedere l’adattamento dell’ambiente alle necessità del seme».
Riduzione dei gas serra. «Le sementi non devono richiedere input energetici esterni (attraverso i fertilizzanti, i persticidi e il combustibile) oltre lo stretto necessario»
Eliminazione di agenti chimici tossici nello sviluppo delle sementi.
La qualità del cibo, «che comprende anche il suo sapore eil suo valore nutrizionale devono essere le principali preoccupazioni nello sviluppo di nuove sementi. »
Le donne protagoniste. «Le donne rappresentano la maggioranza della forza lavoro agricola e sono le tradizionali custodi della sicurezza, diversità e qualitù dei semi … Il loro ruolo centrale nella protezione della biodiversità deve essere sostenuto.»
Insomma, le sementi non sono una faccenda tecnica per esperti agronomi, ma devono interessare tutti … perchè ogni cibo deriva in qualche modo da una semente!
Detto altrimenti, democratizzare l’uso delle sementi è uno dei pilastri per la difesa futura della democrazia sulla terra.